Pagina (41/223)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E così un raggio, che da un punto di questa muraglia andasse fuor per la finestra a percuotere colaggiù appunto nel mezzo del fondo di quella vasca, vota ch'ella fosse d'acqua, riempiuta poi come ella è ora, non può più dirittamente dare in quel segno di prima; ma tuffandosi nell'acqua si torce di tal maniera, che viene a percuotere di qua del mezzo; cioè in un punto di esso fondo a noi più vicino. Che se quell'acqua divenir potesse un cristallo, più ancora si torcerebbe, più addentro tuffandosi; e più ancora, se per opera di una qualche Alcina si convertisse in diamante. Ed ecco tutte le linee e tutte le figure, che io vi segnerò. - In fatti, - disse la Marchesa - che bisogno vi ha egli di linee e di figure, per intendere che un raggio, passando da un mezzo raro in un denso, si accosta al perpendicolo; e più vi si accosta, quanto più denso è il mezzo dov'entra? - Così però, - io soggiunsi - che il perpendicolo s'intenda sempre dirizzato sopra la superficie del mezzo, che penetrano i raggi, in qualunque modo sia posta una tal superficie: in quella guisa che la candela, che è piantata nel piattello del candeliere, vi è sempre a perpendicolo in qualunque modo il candeliere si tenga o il piattello. - Benissimo, - disse la Marchesa - e naturalmente all'opposto anderà la cosa, quando un raggio trapassa da un mezzo più denso in un meno; voglio dire che allora si scosterà dal perpendicolo. - Così è - io risposi. - Niente vi ha di malagevole a comprendere per voi, Madama. E già voi vedrete in un batter d'occhio, come queste refrazioni, o deviazioni dei raggi, di che assai imperfetta notizia aveano gli antichi, sieno cagione di mille giocolini che s'osservano tutto dì, e de' quali moderni sanno render la ragione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Alcina Marchesa Marchesa Madama