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      - Ma senza dubbio, Madama, - io risposi - molto più il sarete alla verità. Il sistema del Cartesio ebbe, come Ercole, sin dalla culla di gran nimici a combattere; ma, al contrario di Ercole, quasi che nella culla medesima fu spento. Appena comparì al mondo, che fu obbiettato da alcuni come il lume delle stelle non potrebbe in niun modo giugnere a noi, perché la pressione di un vortice rintuzza ed uguaglia la pressione degli altri co' quali è in equilibrio; cosicché lungo i confini di ciascun vortice la luce è come ammorzata da una contraria luce. Da altri più sottili esaminatori delle cose naturali fu poi mostrato lo imbarazzo, anzi la impossibilità che avrebbono i pianeti a muoversi nei vortici del Cartesio; e molto più le comete, che vi girano talvolta per un verso contrario a quello de' pianeti. - Non mi diceste già voi - soggiunse qui la Marchesa - che dal vortice sono portati in giro i pianeti, come giù a seconda sono portate le navi da una corrente? - Così è - io risposi; ed ella: - Pel giro adunque de' pianeti pare non ci abbia luogo difficoltà alcuna. Niente immaginare potrebbesi di più chiaro. E tra le correnti del vortice, che vanno tutte per un verso, non potria egli avvenire che se ne formassero alcune, che andassero per un verso contrario, come, per rivolgimento delle acque ritrose, avvenire pur talvolta si vede ne' fiumi? E non potrebbero esse correre per di assai lunghi tratti, atteso la vastità medesima del vortice? E queste correnti contrarie saran desse, che ne porteranno le comete a ritroso e per un verso contrario a quello de' pianeti.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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