- Io non vedo ancora - disse la Marchesa - dove si vada a parar la cosa. Ed io: - Acciocché quei raggi facciano impressione in noi, sarà mestiero che i globetti del raggio che viene dalla clamide premano dalla clamide sopra il vostro occhio; e i globetti del raggio che viene dal mare premano dal mare sopra il mio. E così quel globetto, che si trova esser nel punto per dove da noi si traguarda, e che appartiene ad amendue questi raggi, bisognerà che prema a un tempo e sopra il vostro occhio e sopra il mio. Che sarebbe lo stesso che dire che, essendo voi in capo di due viali, vi avviaste nel medesimo tempo e per l'uno e per l'altro. E questo non è il tutto. Parmi però - disse la Marchesa - essere tanto che basti a rovesciare ogni cosa. Bisognerebbe ancora - replicai io - che in quell' istesso globetto, solido come egli è, ci fossero due differenti moti di rotazione a un tempo: quello che è voluto dal Cartesio, per muovere in voi l'idea del color rosso, e che dalla clamide scorre per il vostro raggio; e quello che è necessario a muovere in me l'idea dell'azzurro, e che dal mare va scorrendo per il raggio mio. Voi comprendete adunque, Madama, che con questi globetti non potremmo veder nulla di quello che noi pur veggiamo. - Comprendo ora - ripigliò la Marchesa - con quanta ragione dicevasi della poca fede che si vuol dare a' sistemi di filosofia. Ma certo non avrei pensato mai che questo dovesse dare in terra così facilmente. - Lo stesso Mallebranchio, - io risposi - una delle più ferme colonne del cartesianismo, fu scosso egli medesimo da quella difficoltà; e pensò di metter mano nel sistema, cercando di assestarlo in modo che non repugnasse all'esperienze, che con ragione furono da lui chiamate revelazioni naturali.
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