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      Il contrario mostrano le sperienze deI Neutono. Vedreste l'oro, lo scarlatto, l'oltramare, l'erba, con ogni altra specie di cose variamente colorate, che tutte rosseggiano, se nella stanza buia vi cadon su i raggi rossi della immagine, verdeggiano ne' verdi, azzurreggiano negli azzurri; e così discorrendo per tutti gli altri. Con questo però, che ogni cosa, come è naturale a pensare, apparisce più vivace e più vaga a quel lume, che è del suo stesso colore: toltone però le cose bianche, che pigliano indifferentemente di qualunque tinta si voglia; come quelle che, per la propria loro qualità dello apparir bianche, riflettono indifferentemente qualunque colore, e chiamar si potriano il vero camaleonte ed anche il Proteo dell'ottica. - E questo diamante - soggiunse allora la Marchesa alzando alquanto la mano - basterebbe porlo ne' diversi raggi della immagine a trasformarlo in un rubino, dirò così, in uno smeraldo, in un zaffiro? - Non ha dubbio: - io risposi - e similmente quei minutissimi atomi che volan per aria, allo scorrere che fanno d'uno in altro raggio della immagine, che listan l'ombra, cambian colore, ed hanno giusto sembianza di lucidissima polvere or di rubino, or di crisolito ed ora di altra pietra preziosa. Non così fanno, come io vi diceva, i corpi colorati. Il corallo per esempio lo vedreste spiritoso ne' raggi rossi, illanguidir ne' verdi, e negli azzurri presso che spento. Tutto all'opposto il lapislazzoli, il quale si mostra brioso negli azzurri, smonta o smarrisce ne' verdi, e più ancora ne' gialli, ed è quasi perduto ne' rossi.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





I Neutono Proteo Marchesa