Simili domande egli ardiva fare alla natura; e vedete industria ch'egli usò, per ottenerne risposta. Egli si pensò di soffiare con un cannellino in quella schiuma, perché in mole alquanto considerabile ricrescesse una di quelle gallozzole, che levava qua e là. Quindi posata leggermente la gallozzola, fattasi mai più panciuta che non era prima, sopra di un tavolino, la ricoperse con un vetro a difenderla da quel po' d'ondeggiamento che è sempre nell'aria, e che poteva turbar la sperienza. Ciò fatto egli osservava che in breve spazio di tempo la si andava spargendo di vari colori, i quali si stendevano l'uno dentro dell'altro intorno alla sommità di quella, a guisa di altrettanti anelli. Ma secondo che il velo d'acqua ond'era formata si faceva di mano in mano più sottile in cima, e più grosso all'in giù, discendendo l'acqua del continuo. si vedevano quegli anelli slargarsi a poco a poco, e venire ordinatamente essi ancora all'in giù, sino a tanto che si dileguavano dalla vista uno dopo l'altro, e il velo della bolla si scioglieva nell'aere in un minutissimo spruzzo. Ora da questa esperienza ben traluce, come attribuir si doveva alla varia grossezza del velo d'acqua, e non ad altro, la varietà de' colori che vi si scorgevano per entro. Ma per averne più precisa contezza, avrebbe bisognato fermar l'acqua, che il proprio suo peso portava sempre all'in giù, o poter maneggiare a suo piacimento particelle di differenti materie, e particelle oltre ogni credere sottilissime e di varie grossezze; e su quelle fondare dipoi sue considerazioni e suoi computi.
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