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      Né l'una cosa né l'altra ripugna alla estensione e alla impenetrabilità, che è quanto si conosce per noi della natura dei corpi; e però così l'una come l'altra potrebbe egualmente avvenire. La osservazione soltanto e la esperienza ne ha fatti chiari di ciò che veramente avviene; né mai cogli occhi della mente l'avremmo conosciuto, se veduto non l'avessimo cogli occhi della fronte. In qual modo e per qual cagione il moto che è in un corpo trapassi in un altro, già per noi non si sa; mistero egualmente impenetrabile che il muover della mano o del piede alla volontà della nostr'anima. In una parola i filosofi sono egualmente all'oscuro del come operino i corpi l'uno sopra l'altro, quando sono contigui tra loro, che quando sono tra loro lontani; ma non sono già all'oscuro che, ancorché in distanza l'uno dall'altro, vicendevolmente si attraggano. Cotesta attrazione, uno de' principali ingegni, una delle più gagliarde molle della natura, è abbastanza provata da moltissime sperienze fatte ne' corpi che ne stanno d'attorno; ma si palesa singolarmente ne' fenomeni celesti, che l'hanno narrata al Neutono, ed egli alle genti.
      - Veramente, - disse la Marchesa - la non più udita novità della cosa non abbisogna di una testimonianza meno autorevole. - Ma non intendo già - ripigliai io - che voi stiate, Madama, a detto d'altrui. Domani, poiché oggi
     
      il tempo è breve, e vostra voglia è lunga,
     
      cercherò di mostrarvi quanto sia ben fondata l'attrazione. Solo m' incresce che io non potrò esporvi cotesta dottrina con tutto il corredo delle dimostrazioni e de' computi che la fiancheggiano e la rendono vittoriosa delle menti.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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