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      Raccontano che un giorno che tutto solo era a diporto in un giardino, fosse in particolar modo colpito la mente al vedere d'un albero cadere un pomo. Onde concentratosi in una sua meditazione, prendesse a ragionare in tal guisa seco medesimo. - I diporti del Neutono - si fece qui a dir la Marchesa - erano, a quel che io veggo, come i giochi d'Achille. E ora sì che mi sarà mestieri studiare il passo più che mai, a potergli tener dietro in quel suo giardino. - Ed io continuai: - Tutti i corpi, diceva egli, che sono intorno alla terra, pesano verso la terra medesima. Di assolutamente leggieri, conforme altre volte credevasi, non ce n'è. Che se alcuni mostrano di andare all'in su, non avvien loro altrimenti che al sughero, che per esser meno pesante dell'acqua, da essa è levato in collo e forzato di starsene a galla. La causa della gravità non dee cercarsi, come immaginò il Cartesio, nel giro di un vortice che circondi la terra, nella impulsione del fluido sottilissimo, ond'esso è composto, il quale facendo ogni sforzo di slargarsi e occupare le parti più lontane dalla terra e più alte, cacci in basso i corpi che nuotano per entro ad esso. La gravità in tal caso dovrebbe operare all'agguaglio delle superficie, che i corpi presentano a cotesto fluido; e non all'agguaglio della materia, che internamente contengono. Non vi par egli, Madama, che la cosa sia così? - Pare veramente - diss'ella - che quanto saranno in maggior numero le parti esposte al di fuori, dove potrà operare cotesto fluido, tanto maggiore dovrà essere l'operazion sua.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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