Pagina (147/223)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Certo sì, ch'egli avvenne, Madama. Il turbamento, che cagionò Giove ne' moti di Saturno, e quello che vicendevolmente Saturno cagionò ne' moti di Giove, furono talmente notabili che si trovarono forzati a riconoscerli e a confessarli quegli medesimi, che, fatte delle scommesse contro dell'attrazione, avrebbono voluto non vedergli.
      - Non a torto certamente, - ripigliò qui la Marchesa - da voi dicevasi l'altro dì che l'attrazione si manifesta singolarmente ne' fenomeni celesti, che l'hanno narrata al Neutono, ed egli alle genti. In ogni angolo dell'universo ella domina visibilmente; ogni movimento de' pianeti ne prova ad ogni instante la esistenza, le proprietà ne dichiara e le leggi. Pare veramente che il cielo sia il suo regno: tanto più che qui in terra ella sdegna talvolta a manifestarsi, quando pur pare a me che manifestar si dovesse. Ma che fo io? non già ch'io intenda levar dubbi contro a un Neutono, ch'io voglia, come si dice, apporre al sole. Pur dirò la difficoltà che mi va ora per l'animo, acciocché da voi sgombrata mi venga ogni nebbia d'inganno. Come è mai che un leggier corpicciuolo, una piuma, per esempio, trovandosi vicino a un torrione o altro gran corpaccio, di cui grandissima sia l'attrazione, non la veggiamo andare ad unirsi con quello? - Madama, - io risposi - come è che in un romanzo ogni sentimento cedesse all'amor della patria, in una bella ogni altra passione ceda alla voglia di piacere? Come è che in mezzo al mormorio delle acque del lago, quando è irritato dal vento, da noi non si oda il ronzar di un insetto?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Madama Giove Saturno Saturno Giove Marchesa Neutono Neutono Madama