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      - Non tutte però le ragioni - disse la Marchesa - de' nostri filosofi esser dovettero, mi penso, di quel calibro. - Coloro tra noi - io risposi - che meglio osservarono le cose naturali si accorsero che tra le vicende del flusso e riflusso del mare e i moti della luna vi correva una assai stretta corrispondenza ed amistà. Tentarono alcuni di spiegare in che cosa ella consistesse; ma vani furono i loro tentativi. E il metter veramente in chiaro qual sorta di azione possa aver la luna sul mare, come ella ne abbia governo e balìa, era riserbato al Neutono. E certamente attraendo la luna, come pur fa, il nostro globo, di cotesta attrazion sua se ne ha da vedere alcun segno nella parte fluida e cedevole, che in gran parte ricinge tutto intorno esso globo. Le acque marine sottoposte alla luna dovranno pure alcun poco levarsi in alto, ubbidendo all'attrazione di essa; la quale non è mica insensibile, come quella del torrione o della montagna di poco fa. E volete, Madama, vederne uno, assai bello esempio? Voi sapete come l'ambra, bene strofinata che sia, ha potere di attrarre a sé varie specie di corpi. Tra essi è anche l'acqua. Ora se un pezzo di ambra bene strofinata si presenti a qualche distanza sopra una conca piena di acqua, l'acqua si solleva in alto a guisa di monticello o di cupola, quasi facendo ogni suo sforzo di unirsi con l'ambra. - Un più bel modo - disse la Marchesa - non ci potrebbe esser di questo, per rappresentare così a picciolo la luna e i suoi effetti sopra del mare.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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