- Il linguaggio d'un uomo, - io risposi - che sta ora facendo in Parigi la più nuova cosa del mondo. Questa si è un gravicembalo oculare, dove al muover de' tasti compariranno vari pezzetti di nastri di diverso colore, che saranno tra loro in quella armonia, che ne' gravicembali ordinari sono i suoni medesimi. Godranno gli occhi su tale strumento delle ariette del Pergolesi e di Rameau; e mercé di esso si potrà anche aver tessuto e copiato in una stoffa un qualche passaggio di Caffariello. Ma torniamo al Dufay; che non vorrei, Madama, avesse da richiamarmici un'altra volta il signor Simplicio. E quanto alla composizione del bianco, il Neutono chiaramente ha mostrato co' prismi e colle lenti alla mano che, ad avere un bianco affatto simile a quello di un raggio solare, è di necessità riunire insieme tutti i colori componenti esso raggio, dopo che sono stati separati dal prisma. - Di fatto, - prese a dire la Marchesa - se ben mi ricordo quel che già mi diceste, tagliato l'uno o l'altro raggio della immagine, sicché non arrivi alla lente, e sia anche il verde, il bianco subito muta colore. - E il signor Simplicio:
O Donna intendi l'altra parte,
che 'l vero onde si partequest'Inglese, dirà senza difetto.
Il Dufay pur ci assicura essergli riuscito con tre soli colori, rosso giallo ed azzurro, di comporre un bianco. - E chi ci assicura - io risposi - che quel suo bianco fosse il bianco, o sia l'aurino della luce, e non piuttosto un giallo sbiadito? Vi dirò bene che il Dufay confessò esser necessario che quel suo bianco di tre soli colori composto, perché si potesse dire un vero bianco, rendesse tutti e sette i colori della immagine solare; e promise solennemente di farne la prova, la quale non è mai comparita.
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