Faremo quindi un breve commento alle cose dette su questo tema a' giorni nostri da' maggiori biografi del Campanella, e daremo anche un breve cenno delle cose dette da qualcuno de' più rispettabili scrittori; che senza essersene occupato di proposito ha avuta occasione di parlarne.
Il Baldacchini va qui posto fuori causa. Egli scrisse nel 1840, ed allora nè la Narrazione del Campanella, nè gli Atti giudiziarii e i Carteggi del Nunzio e dell'Agente di Toscana erano per anco noti; quando poi venne alla 2a edizione del suo libro, nel 1847, avrebbe dovuto rifare ogni cosa e glie ne sarebbe anche mancato il tempo. Eppure, malgrado avesse accolta l'opinione che la colpa del Campanella fosse stata l'aver palesato inconsideratamente i vaticinii astrologici e i sogni cavati da S. Brigida e dall'Apocalisse, ebbe premura di aggiungere: "nè dico interamente falsa l'accusa di meditata ribellione, perciocché troppo pubblicamente il governo punì quelli che ne potè provare colpevoli...; nè tampoco dico che il Campanella per inconsiderato desiderio di novità non vi accedesse, bene dico ed affermo ch'ei non ne fu primo autore, com'egli ebbe a replicare più volte in Francia a' suoi amici, quando poteva confessare il tutto senza pericolo". Aggiunse inoltre: "di questa congiura, qual ch'ella fosse stata, io qui non iscrivo la storia particolare; accidente della vita di un uomo di scienza, ella mi ha solo porto l'opportunità di sceverare alcune sue idee da'fatti che gli si appongono"(6). Del Resto si scagliò contro il Giannone, e sostenne che i processi fatti in que' barbari tempi non meritavano la menoma fede.
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