Il primo Breve Papale, pubblicato dal D'Ancona, mostra che avrebbero dovuto profferire la sentenza di condanna due sole persone, il Nunzio Aldobrandini, che non era giā il Card.le Aldobrandini ma il Vescovo di Troia, e il magistrato clerico D. Pietro de Vera, entrambi Delegati del Papa; nč dipese punto dal Nunzio, come si rileva molto bene dal suo Carteggio pubblicato dal Palermo, il non aver profferito la detta sentenza, e l'essere quindi il Campanella rimasto nelle carceri dello Stato, dove trovavasi rinchiuso appunto col consenso del Nunzio. L'Elenco degl'incriminati ecclesiastici, pubblicato egualmente dal D'Ancona, mostra che il Campanella era ritenuto da' Giudici "confexus", e il Carteggio anzidetto lo suggella, spiegando pure in termini non equivoci come "reputandosi l'uno confesso che č il "Campanella, et l'altro convinto che č il Pontio, potrā facilmente "essere la fine delle loro cause il degradarli e darli alla Curia "secolare", vale a dire mandarli al patibolo. Lungi dunque dal non aver trovato nelle deposizioni processuali fatti che provassero il Campanella essere stato capo di congiura propriamente detta in Calabria, i Giudici Apostolici vi aveano trovato questi fatti pienamente, come ve l'aveano trovato anche dal canto loro i Giudici Regii per gl'infelici laici, onde parecchi di costoro erano stati riconosciuti colpevoli di "tentata ribellione" ispirata dal Campanella, e quindi trascinati, attanagliati, impiccati, squartati. Ed accenniamo appena che furono riconosciuti numerosi complic
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