Il Palermo, nel ripubblicare la Narrazione, avea già cercato di riempire le lacune con frasi plausibili, ma esso non riuscirono sempre felicemente, come di poi si è potuto vedere; d'altra parte il foglio volante non è punto pervenuto a tutti i lettori della Narrazione. Queste circostanze, e l'altra del dubbio circa l'essere o non essere lo scritto autografo, come pure il bisogno di rivederne interamente la lezione e studiarne tutte le accidentalità che sempre possono rivelare qualche cosa, ci hanno fatto insistere per più anni presso gli eredi Capialbi, perchè ci permettessero di darvi un'occhiata e prenderne una copia per ripeterne la pubblicazione, facendo noi una corsa in Calabria a tale oggetto: ma abbiamo invano atteso una risposta concludente, e ci siamo rassegnati a desistere, rimanendo a vedere quando gli eredi Capialbi sentiranno ciò che debbono alla memoria del loro benemerito antenato ed al loro cognome. Circa i documenti dell'Epistolario di Giovanni Fabre riferibili al tempo compreso tra il 1607 e il 1615, sono oramai non meno di tre anni che il Berti ne fece l'annunzio all'Accademia de' Lincei; e l'Amministrazione dell'Ospizio degli Orfani si nega perfino a concederne la lettura, per deferenza al Berti che dovrà pubblicarli. Noi intendiamo questa delicatezza: frattanto non ha guari il Berti si è deciso a pubblicarne solamente cinque, con un racconto fondato sulle notizie che ha rilevate negli altri(17). Bisognerà dunque attendere ancora, e sottostare pur sempre al rischio di qualche facile smentita, trattando di un periodo pel quale i documenti ci sono, ma non sono accessibili a noi.
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