Basta percorrere pochi volumi del Carteggio del Nunzio Aldobrandini, per capacitarsi delle qualità de' frati in ispecie Domenicani, e pochi volumi de' Registri Curiae, dell'Archivio di Napoli, per capacitarsi delle qualità de' laici prepotenti in ispecie nobili; se ne avranno alcuni tipi nel corso della narrazione nostra, e si vedrà che il Campanella venne a trovarsi in mezzo a persone relativamente assai meno triste, ed anche in mezzo a persone molto dabbene.
Circa l'essenza stessa della congiura, si sarebbe voluto e si potrebbe ancora volere la dimostrazione di una vasta trama, forse anche con depositi bene accertati di fucili e di cannoni, in somma con apparecchi tali da riuscire a combattere efficacemente un colosso come la Spagna. Ma nessuna congiura, nessun tentativo di ribellione, ha proceduto mai in tal guisa; nè la gravità di una congiura, e peggio anche l'esistenza di essa, va misurata co' grandiosi apparecchi, i quali anzi, se sono grandiosi, menano a farla sventare con la massima facilità. Analogamente ha potuto e potrebbe ancora sembrare, che le prediche del Campanella sulle vicine difficoltà nelle quali si sarebbe trovato il Governo, le sue sollecitazioni a raccogliersi, ordinarsi ed armarsi, per profittare di quelle difficoltà e venire ad un diverso ordinamento dello Stato, fossero sfoghi innocui di un visionario, cose da curarsi con la noncuranza. Ma anche se il paese avesse allora goduto un regime di libertà, si può metter pegno che gli alti Ufficiali dello Stato, i Consiglieri napoletani medesimi non che i Magistrati, conoscendo il nesso che si stabilisce tra il pensiero e l'azione, valutando le conseguenze del pervertimento de' giudizii nelle moltitudini, non si sarebbero mai mostrati fino a tal punto (chiamiamo le cose col loro nome) scioperati o sleali.
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