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      Egli prescelse quest'ultima via, e disse, disdisse, accusò, scusò, non potè resistere, fece la sua confessione ne' tormenti; di poi, propriamente nella faccenda dell'eresia, si mostrò pazzo, ed appunto per questa pazzia, alla quale non si prestò credito, ebbe quel tormento crudelissimo da lui medesimo narrato non senza qualche garbuglio, lasciando per lo meno nel buio perchè e da chi l'avesse avuto; in tal guisa egli giunse a sottrarsi alla morte dal lato dell'eresia e a pigliar tempo dal lato della congiura, tanto da essere poi lasciato in una prigionia indefinita, onde il fatto della sua pazzia ci è apparso importante al punto, da doverlo notare fin sul titolo di questo libro. Nessuno potrebbe legittimamente fargli un rimprovero di avere prescelta la seconda via anzichè la prima, e si vedrà che egli aveva una ragione riposta, un po' più alta di quella della propria conservazione, per non comportarsi altrimenti: ma è chiaro che egli più di tutti dovè contribuire ad addensare le nebbie intorno alle cose sue, non solo quando si trovò sotto l'enorme pressione de' testimoni e de' Giudici, ma egualmente durante e dopo la lunga e terribile prigionia; è chiaro che egli dovè con le notizie date ne' suoi scritti svariatissimi sconvolgere in tutti i sensi i fatti processuali, fino a rimanerne i suoi più cari amici crudelmente bistrattati, le sue convinzioni intime ostentatamele rigettate e con ogni probabilità dissimulate per tutto il rimanente della sua vita.
      Adunque non è possibile sentenziare in fretta e in furia sopra quistioni di loro natura intralciate, e divenute studiatamente sempre più intralciate: bisogna procedere oltremodo riguardosi e cauti, attingere a tutti i fonti, investigare, vagliare, confrontare, e questo, lo diciamo francamente, ci mantiene alquanto angustiati.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





Giudici