Giacchè ci accade spesso di leggere tirate contro i così detti infarcimenti di erudizione, contro la facile erudizione, contro l'analisi minuta, ed inni alla forza d'intuizione, alla potenza della sintesi e ad altrettali parole rumorose. La facile erudizione! Forse per questa facilità si trovano sempre quasi deserte o affatto deserte le sale di studio degli Archivii, tanto che si è mostrati a dito, e spesso con taccia di stravaganza, allorchè vi si accede piuttosto frequentemente; forse per questa facilità avviene altrettanto, allorchè si accede alle pubbliche Biblioteche e vi si dimandano libri di vecchia data. Pur troppo ogni lavoro che sforzi chi legge ad occuparsi sul serio è preso in uggia, ed assai sovente lo si dichiara indigeribile, sol perché le facoltà digerenti sono affievolite. Ma non c'è rimedio: il Campanella non è di que' soggetti che si possano capire a prima vista, e in sèguito delle sue traversìe dovè rendersi tanto più riboccante d'incognite da tutti i lati; basta vedere che con la medesima chiarezza egli è apparso ad alcuni monarchico e cattolico per eccellenza, passionato fautore della Monarchia di Spagna e del Papato, ad altri è apparso uomo senza alcuna religione ed alcuna fede, canzonatore degli spagnuoli e del Papa. Bisogna dunque ingegnarsi a rifarne la storia con più numerosi documenti e più retti criterii, lasciare da parte i voli pegasèi, ed attenersi ad un viaggio pedestre, abbastanza faticoso, molte volte noioso; con tutto ciò non lasciarsi nemmeno illudere dalla speranza di aver detta l'ultima parola, ma contentarsi di avervi con qualche efficacia spianata la via e farsi un dovere di agevolarne in tutti i modi l'accesso.
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