Certamente le speciali attitudini del piccolo Gio. Domenico decisero il padre a favorirlo nelle sue tendenze allo studio, avendo mostrato ben presto un intelletto acutissimo straordinariamente accoppiato ad una memoria prodigiosa. Anche per un frenologo egli sarebbe stato soggetto di studio del più alto interesse; poichè presentava sette prominenze molto appariscenti nel suo capo, e vedremo in sèguito che egli riteneva que' "sette monti" qual dono di Dio.
Come abbiamo avuto occasione di dire, il padre emigrò con la famiglia da Stilo a Stignano. Il Campanella medesimo ci lasciò la notizia di tale fatto, dicendo che mentre si trovavano emigrati in Stignano sopravvenne la peste, introdotta mediante panni da Algieri in Messina, quindi da Messina in Placanica e Stignano per colpa del Barone di Placanica, e suo padre che presedeva a quella terra estinse la peste salvando sè e la famiglia(32). Non sapremmo dire con precisione in quale anno sia accaduto tale fatto, ma dovè accadere non molto tempo prima che il Campanella vestisse l'abito di S. Domenico; poichè da una parte le sue parole lasciano intendere che si trovò egli pure in Stignano a quell'epoca, ed oltracciò nel processo più volte menzionato leggiamo che un frate appunto di Stignano, fra Domenico Petrolo suo compagno di sventure, disse di averlo conosciuto fin da che era "prevetello" (int. piccolo prete); d'altra parte se egli aveva già studiato la logica in Stilo e tutti gli altri suoi studii furono poi fatti durante la sua vita monastica, ne consegue che dovè rimanere in Stignano non molto tempo.
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