Certamente egli vi rimase per tutto il tempo in cui ebbe a soffrire una quartana ostinata, che sappiamo averlo afflitto durante sei mesi, mentre pure in età più tenera ne avea sofferto rimanendogli un male di milza. Il Berti ha fatto notare che nell'opera Medicinalium il Campanella ci lasciò scritto essersi risanato tutte e due le volte mediante le cure magiche di una donna; noi aggiungiamo che da un'altra opera, quella De Sensu rerum, si rileva essere avvenuta una di queste cure, e naturalmente la seconda, mentre egli già vestiva l'abito di frate, poichè si ebbe per essa "la licenza del suo priore dottissimo e Teologo"(33). E però siffatta credenza nelle arti magiche non può addebitarsi esclusivamente al Campanella, come il Berti ha pensato, mentre vi partecipavano, comunque indirettamente, i Priori e i Teologi.
Sarà bene pertanto rammentare ciò che trovasi registrato nel Syntagma de libris propriis, intorno agli studii della sua piccola età, e alle circostanze che accompagnarono la sua risoluzione di farsi frate. Noi terremo sempre un conto speciale delle notizie consegnate in quest'opera, comunque ci risulti abbastanza inesatta: non abbiamo nulla di meglio da poter tenere per guida, e d'altronde ci proponiamo di discuterne ogni punto in cui appariscano notizie difformi da quelle di altre fonti, ovvero anche semplici indizii di poca esattezza. Ecco quanto vi si legge circa il periodo che stiamo trattando. "Veramente ancora quinquenne attesi con tanto ardore a' rudimenti letterarii ed alla pietà, da riporre nell'animo tutto ciò che i genitori e gli avi e i predicatori dicessero delle cose sacre ed ecclesiastiche.
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