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      Il fatto accadde non per otto giorni ma per alcuni mesi, non nella prima età ma nel periodo più inoltrato de' suoi studii, in Cosenza ed Altomonte; nè pare dubbio che sia stato il principio recondito delle sventure del Campanella, il quale non ne parlò mai, involgendo ogni cosa nel fatto delle avversioni procuratesi col combattere Aristotile. Ma ecco quanto risulta da parecchie testimonianze, alcune delle quali ben degne di fede, perocchè l'incidente venne di poi agitato con molta larghezza nel processo di eresia avuto in Napoli. - "Diece anni prima" del processo, (naturalmente in termine approssimativo), peregrinando pel mondo capitava in Cosenza un Ebreo a nome Abramo, giovane su' 30 anni, alto della persona, pienotto, di poca barba, viso pallido, occhi azzurri, in fama di conoscitore di scienze occulte, possessore di spiriti familiari, indovino del passato, del presente e del futuro, astrologo e negromante: giusta il costume antico e moderno (come si vede pur oggi per coloro i quali son creduti capaci di presagire in materia di lotto), molti in Cosenza si davano premura di stringere con lui intime relazioni e l'invitavano frequentemente a pranzo, sicchè egli viveva a spese de' suoi ammiratori de' quali aveva un gran sèguito. Venne anche nel convento di S. Domenico, vide il Campanella e si pose in relazione con lui, volendone forse far soggetto delle sue divinazioni: fra Tommaso se ne compiacque e fece amicizia con l'Ebreo, il quale gli avrebbe nientemeno profetato che un giorno sarebbe divenuto Monarca del mondo, e di ciò si parlava già pubblicamente in que' luoghi!


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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