Era figlio di Alfonso del ramo de' Baroni di Frignano maggiore, e di Aurelia del Tufo sorella di Fabrizio predetto, zio quindi di Geronimo del Tufo per parte di madre. Fu creato Vescovo di S. Marco il 5 aprile 1585, e poi passò a Mileto, in Calabria, il 21 8bre dello stesso anno: morì nel 1606. Al Campanella non dovè riuscir difficile far la conoscenza di questo Vescovo, che nella Narrazione pubblicata dal Capialbi chiamò suo "patrono". Egli era superlativamente battagliero nelle quistioni giurisdizionali, e naturalmente anche per tale motivo si trovò nominato nella congiura(74).
Questi Signori del Tufo, come generalmente tutti i Signori di un tempo, senza essere persone distinte per cultura aveano tuttavia in molto pregio i buoni studii. Nella dedica della sua Filosofia a Mario del Tufo il Campanella ci lasciò scritta questa circostanza degna di menzione, che Bernardino Telesio fu "devotissimo" di Mario e dell'inclito padre di lui; attestò inoltre l'ingegno fecondo del Marchese Gio. Geronimo nella filosofia e nella poesia. Non può quindi far meraviglia l'ottima accoglienza incontrata presso costoro dal Campanella, il quale aveva già scritto in difesa del Telesio con un ardore e una baldanza giovanile notevolissima, imprendeva allora a compiere o a comporre altre opere filosofiche, e palesava la sua dottrina già matura nelle dispute pubbliche e private. Per altro abbiamo motivo di ritenere che in casa Del Tufo egli avesse l'ufficio di precettore di qualche figliuolo di Mario, oltrechè del giovanetto Francesco futuro Marchese.
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