Oramai le lettere sue scoperte dal Berti ci hanno insegnato che perfino nel carcere di Napoli, e poi in quello del S.to Officio di Roma, il Campanella siasi occupato di genesi e natività, e i documenti da noi scoperti mostreranno che ne era richiesto perfino nel periodo della sua pazzia; nè sarà mai approfondito abbastanza siffatto suo gusto, che fu tanta cagione delle sue sventure. Forse anche presso Gio. Vincenzo egli conobbe il Marthos Gorostiola, dal quale poi affermò essere stato eccitato a scrivere intorno alla Monarchia spagnuola, come pure Gio. Paolo Vernalione, col quale vedremo che conferì poco prima del tempo della congiura.
Quanto a Gio. Battista Della Porta, tutti sanno che egli si spinse assai più in alto. Studiò presso Gio. Antonio Pisano medico e filosofo riputatissimo, e gli si mostrò grato dedicando una delle sue opere al figliuolo di lui: fu ricercatore infaticabile, e all'amore per le buone lettere e per la drammaturgia unì la cultura della matematica, della fisica, dell'alchimia, di tutte le scienze naturali; fu anche vaghissimo della medicina, ed amante oltremodo della magia, dell'astrologia, delle scienze divinatorie in genere, ma combattendo la magia demoniaca e fondando la così detta da lui magia naturale(78). Tutti sanno che per lo meno contribuì potentemente all'invenzione del cannocchiale e della camera oscura, notando anche varii fenomeni fisici di alta importanza, che investigò e raccolse da ogni lato, percorrendo anche tutta l'Italia, la Francia, la Spagna, ma sempre con una tendenza verso il maraviglioso e lo strano, che veramente fa gran torto a lui e gran pena a chi si fa a leggere i suoi numerosi libri.
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