E dobbiamo notare che l'influenza del Della Porta riesce evidente in essa anche così ricomposta come ci è pervenuta, vedendovisi abbondare lo stranoe il maraviglioso ad esuberanza; ma pure, in ispecie nel 4° libro che rappresenta la Magia, dove naturalmente il nome del Della Porta figura più volte, il Campanella comincia col fargli l'appunto che ha trattato quella scienza "solo historicamente senza rendere causa", e soggiunge che "lo studio d'Imperato può esser base in parte di retrovarla"(87). D'onde si vede che egli voleva la Magìa fondata sulle nozioni positive della storia naturale, e dava la più grande importanza al celebre Museo, che Ferrante Imperato teneva in sua casa, presso l'attuale palazzo delle Poste già de' Duchi di Gravina, e che egli avea dovuto visitare come del resto lo visitavano tutte le persone non ignoranti che venivano a Napoli. Succede all'opera De sensu rerum il Carme Lucreziano De Philosophia Pithagoreorum, ispiratogli dalla lettura di Ocello Lucano e de' detti di Platone: intorno ad esso sappiamo che non era di poco rilievo, poichè costava di tre libri; così difatti trovasi registrato ne' documenti sopra citati, vale a dire negli elenchi delle opere del Campanella da lui medesimo formati ed annessi ad alcune sue lettere e ad un memoriale al Papa. Viene infine l'Esordio di una Nuova Metafisica co' tre principii della necessità, fato ed armonia, che riteniamo avere avuto propriamente per titolo De rerum universitate; giacchè di un'opera appunto con questo titolo vedremo fatta menzione nel documento già citato del tempo in cui il Campanella passò a Firenze(88), e poi ancora in tutti gli altri elenchi delle sue opere che diè fuori durante la sua prigionia di Napoli, senza che nel Syntagma apparisca mai.
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