Come vedremo tra poco, tutto induce a far ritenere che egli abbia potuto partire per la Toscana soltanto verso la fine dell'està del 1592, naturalmente dopo che ottenne di essere sciolto dall'obbligo della permanenza nel convento assegnatogli: così, avendo dimorato in questo convento press'a poco un anno, riuscirebbe impossibile ammettere che non vi abbia scritto nulla, mentre è notissimo che egli non sapeva rimanere inoperoso. E poichè in un documento riferibile al tempo del suo arrivo in Firenze (la lettera di Baccio Valori del 15 8bre 1592 pubblicata dal D'Ancona) troviamo fatta menzione di alcune opere le quali certamente sappiamo non essere state composte in Napoli, bisogna di necessità ammettere ch'esse siano state composte in Roma. Ecco dunque il sèguito del Catalogo delle opere del Campanella già iniziato precedentemente (ved. pag. 39-40). Durante la prima permanenza in Roma, vale a dire dalla fine del 1591 a buona parte del 1592, si ebbero; Un Carme Della filosofia di Empedocle; un trattato De insomniis, l'unico di questo gruppo che il Campanella abbia registrato negli elenchi delle opere proprie più volte citati, dicendolo costituito da un sol libro; un trattato De sphera Aristarchi; il sèguito dell'opera De rerum universitate, ma non al di là de' due primi libri; inoltre un primo libro di Phisiologia. Quest'opera col titolo di "Fisiologia" non si rinviene citata tra quelle delle quali parlò Baccio Valori, sibbene insieme con quelle delle quali nel Syntagma si vede deplorata la perdita avvenuta in Bologna, poco dopo l'escursione fatta a Firenze; è dichiarata "un libro compiuto.
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