Ad ogni modo i frati di Bologna, che certamente non avevano alcun motivo di portargli odio, furono falsi verso di lui sol perchè presero i manoscritti a sua insaputa, ma la loro condotta non fu spontanea, e lo dimostra l'invio che ne fecero al S.to Officio. D'altro lato nulla autorizza veramente a credere che egli abbia in Bologna trattato di avere una cattedra, secondochè il Berti ha creduto di vedere.
Ecco ora il Campanella in Padova, verosimilmente nel 9bre 1592, e certamente nel convento di S. Agostino, come egli medesimo ricordò poi nella sua lettera al Galilei che è stata pubblicata dal Berti. Poniamo qui la notizia che si fece assegnare nello studio di Padova come spagnuolo, e non come calabrese: egli rammentò più tardi tale circostanza, allorchè si trovò carcerato in Napoli fra le mani degli spagnuoli, e l'addusse in prova della sua devozione alla Spagna(111). Questa "assegnazione nello studio" conduce naturalmente a credere che si tratti della iscrizione nell'Albo della nazione spagnuola come si usava da coloro i quali accorrevano allo studio pubblico mantenuto con tanto lustro dal Governo Veneto; essi aveano cura di dare il loro nome alla Nazione rispettiva. Se non che l'assegnazione è veramente un termine fratesco sinonimo di destinazione, trovandosi anche non di rado denominato Studio tra' frati quel convento o parte di convento in cui si raccoglievano i frati studenti; e i Domenicani, almeno a quei tempi, si dicevano "studenti formali" persino varii anni dopo di essere stati ordinati sacerdoti; ne incontreremo qualche esempio tra' frati calabresi che figureranno più tardi ne' processi della congiura ed eresia del Campanella.
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