Seguì poi, con ogni probabilità egualmente nel carcere, la composizione così del trattato della Prestanza dell'arte cavalleresca, come de' Versi toscani sul modo di sapere o su cose fisiologiche, primi tentativi delle poesie filosofiche alle quali il Campanella attese di poi, alcuni anni più tardi: ma dobbiamo assolutamente rimandare all'ultimo luogo la composizione della Poetica, al periodo in cui il Campanella già stava fuori carcere, e si agitava presso il Card.l S. Giorgio per poter tornare in Calabria, cioè nel 1596, come egli stesso dice in un'altra opera analoga(126); dobbiamo inoltre rimandare egualmente al periodo in cui già stava fuori carcere, ma a' primi tempi di questo periodo, la composizione del Dialogo del modo di convincere gli eretici, pel quale vedremo esservi una data e una dimora certa, lo scorcio del 1595 nel convento di S.ta Sabina. Invece gl'importanti Discorsi politici, che il Syntagma non specifica e che sappiamo essere stati inviati all'Arciduca Massimiliano e all'Imperatore, come anche molte Poesie italiane e latine, i Versi toscani con metro latino, e l'Arte metrica corrispondente che fu donata al Clario, si debbono assegnare al periodo trascorso nel carcere, visto che ne fu fatto dono al Clario il quale fu compagno di carcere del Campanella, come diremo tra poco. Tutto considerato, bisogna riconoscere che il Campanella in Roma, lavorando assai più nel carcere che fuori, abbia atteso massimamente a procurarsi distrazioni, dapprima con la filosofia e di poi con la poesia; che abbia posto da parte gli sfoggi di teocrazia e di fervore religioso, mentre non gli era stato possibile utilizzare la Monarchia de' Cristiani e il Regime della Chiesa, ripigliando di poi il fervore pel cattolicismo nel suo Dialogo, quando gli fu necessario conciliarsi la benevolenza della Curia, per essere liberato dall'obbligo di risedere nel convento di S.ta Sabina e di non allontanarsi da Roma; che invece abbia posto mano alla politica e ad una specie notevole di politica ne' suoi Discorsi, quando gli fu necessario conciliarsi la benevolenza de' potenti del Nord ed averne lettere commendatizie.
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