Le nostre ricerche intorno a costui ci menano a ritenere che egli sia stato appunto quel Gio. Battista Clario, di cui si hanno alcuni Dialoghi editi nel 1608, dove trovasi qualificato Protomedico della Stiria, mentre nel Syntagma è detto medico dell'Arciduca Carlo. Egli parrebbe Forlivese di origine, giacchè si ha pure un Francesco Clario appunto di Forlì, che nel 1585 diè alle stampe un Panegirico sull'umanità dell'Arciduca Carlo, dal quale era tenuto a studiare in Padova(129): ad ogni modo gioverà fermarci un poco su' Dialoghi di Gio. Battista Clario(130). Fin dalla Dedica di questi Dialoghi trovasi ricordato che essi vennero composti in Roma essendo l'autore molto giovane, ed è notevole che i tre primi hanno per interlocutori un Panfilo ed un Armenio entrambi carcerati. Panfilo vi si rileva giovane di forti studii, colmo di tutti i beni tanto da esserne invidiato, ed allora carcerato da tre anni per un solo e falso calunniatore, dolente di trovarsi in quelle "strane prigioni", accorato della mala opinione che da molti si sarebbe avuta di lui; Armenio vi si rileva già "altre volte trovatosi in simili conflitti", consolatore di Panfilo invitandolo a tener presente tra le altre cose, la bontà di quelli che dovranno giudicarlo; senza essere visionarii, ci pare di poter dire fin d'ora che si tratti qui delle prigioni di S.to Officio, le quali appunto compromettevano assai la riputazione, del Clario scoraggiato, del Campanella avvezzo a quel trattamento e fiducioso in fra Alberto Tragagliolo.
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