Il buon Gaieta la gran donna adornacon diafane vesti risplendenti,
onde a bellezza natural ritorna"
Aggiungiamo qui che oltre al Dialogo, il Campanella compose forse in S.ta Sabina anche l'Apologia pro Telesio e l'Apologia pro philosophis magnae Graeciae ad S.m Officium: difficilmente si potrebbe assegnare un tempo migliore a queste due Apologie, che si trovano menzionate in più documenti di alcuni anni dopo, senza che il Syntagma ci dia qualche lume intorno ad esse(143). Ma si tratta di una semplice supposizione e non vi si può insister troppo. Certamente poi vi compose la Poetica, che abbiamo già avuta occasione di dire scritta nel 1596 per testimonianza lasciatane dal Campanella medesimo: con ogni probabilità, quando ebbe provato che era andato a vuoto il tentativo fatto col Dialogo presso il Card.le Alessandrino, il Campanella dovè sentire vivamente la necessità di guadagnarsi la protezione di altri Cardinali, e massime quella del potente Segretario di Stato di Clemente VIII, il Card.l S. Giorgio, che si era già fatto notare per la protezione accordata all'infelice Torquato Tasso, e che si poteva sperare singolarmente benevolo dopo la presentazione di una Poetica(144). Nè può non recare meraviglia tanta operosità nel carcere e tanto abbandono fuori carcere; laonde bene a ragione il Campanella medesimo ebbe poi un giorno a dire, che senza le protratte carcerazioni egli non avrebbe mai composto un sì gran numero di opere.
La più gran parte del lungo tempo trascorso dal Campanella in Roma, dopo il carcere, si può dire che sia stata essenzialmente impiegata nel cercare protezioni presso varii Cardinali ed alti personaggi.
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