ografa del 1580 al Duca di Urbino. Ma nel 1590 il Principe, d'ordine del Vicerè, fu carcerato "per emendazione di vita", e gli fu assegnato anche un Curatore ed amministratore de' beni feudali: durante la prigionia avvenne la morte dell'unico suo figliuolo legittimo il Duca di S. Marco, che soccombè al vaiuolo il 27 9bre 1595, e si videro allora i parenti istituire una grossa lite di successione a' beni feudali, quantunque il Principe e la Principessa fossero ancora vivi. Essendo fin dal 1583 defunto il Duca di Gravina Ferdinando, D. Lelio, che non aveva nemmeno eredi ma che andava d'accordo con D.a Giulia Orsini sorella primogenita, pretendente all'eredità appunto perchè primogenita, sostenne doversi a lui l'ufficio di Curatore del Principe, posto che al Principe dovea rimanere assegnato un Curatore per la sua prodigalità. D'altra parte il Conte della Saponara Ferrante Sanseverino, agnato collaterale in 9° grado, presentavasi quale erede legittimo de' Sanseverino, contrastando che a' beni feudali potessero succedere le femine. D. Lelio ottenne dal tribunale di dover surrogare Fabrizio di Sangro Duca di Vietri, il quale era stato assegnato Curatore del Principe ed amministratore dello Stato di Bisignano; e l'aveva già ottenuto nel principio del 1598, come si rileva da un'altra sua lettera al Duca di Urbino(165). Questi fatti e queste date hanno un'importanza notevolissima per bene intendere le voci che furono sparse al tempo della congiura di Calabria. Ma occorre ancora conoscere i particolari della prigionia del Principe di Bisignano, che con molto rigore e senza processo fu protratta per non meno di 8 anni.
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