Berardino Longo; ma era egli pure conterraneo del Campanella, forse di Riaci, sicuramente della Diocesi di Squillace(173). Quanto al Tancredi, lo abbiamo già visto da lungo tempo gran campione di dispute filosofiche (ved. pag. 25), ed era poi andato anche innanzi nello studio pubblico, giacchè dalla semplice lettura estraordinaria di medicina delle Domeniche (1584) era passato da un pezzo alla lettura di medicina ordinaria in surrogazione di Quinzio Buongiovanni promosso (1589); godeva inoltre grande stima e popolarità, tanto che nello studio giunse alla lettura di filosofia vacata per morte di Gio. Berardino Longo (1599) e più tardi alla dignità di Conte Palatino (1604), in società poi, divenuto molto ricco, giunse ad essere Barone della Podaria, terra presso Camerota; ma trovavasi contemporaneamente medico del Nunzio Aldobrandini, come è attestato dal Nunzio medesimo, e in tale qualità poteva essere interrogato anche confidenzialmente sulle cose esposte, sicchè il Campanella dovea guardarsi dal citarlo a caso(174). Tutto ciò per altro non escluderebbe che il Campanella si fosse deciso tanto più volentieri ad andarsene in Calabria, in quanto attendeva con fiducia vicine mutazioni; ma escluderebbe l'asserzione del Parrino e del Giannone, che egli fosse stato da Rom
a per condanna assegnato a Stilo. Bisogna considerare che quando egli scrisse le Difese, era tuttora vivo e giudice suo anche in detta causa fra Alberto Tragagliolo; non avrebbe quindi potuto in alcun modo esprimere un fatto men che vero innanzi ad un uomo minutamente informato di tutte le sue cose.
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