Ecco ciò che vi si legge intorno al presente momento della vita di fra Tommaso. "Nell'anno 1598 F. Thomaso Campanella tornò in Calabria, donde era stato assente X anni parte in Padova, parte in Roma, parte in Napoli, e nel fin di luglio sbarcò in Nicastro dove era priore nel suo convento F. Dionisio Pontio e la città si trovava interdetta per causa di giuridittione dal Vescovo, per esser fuggito in Roma. Et esso F. Thomaso a' preghi de' cittadini, e per lettera di M. Antonio del Tufo Vescovo di Milito suo antico protettore s'adoprò a metter pace tra il Vescovo e la città. Il che non succedendo per la malvagità di alcuni scomunicati, esso pigliò le parti del vicario del Vescovo, e fece eligger F. Dionisio Pontio per ambasciator al Vescovo et al S. Papa Clemente 8.°, che si trovavano a Ferrara. Il che dispiacque assai a D. Luigi Xarava avvocato fiscale scomunicato tre anni avanti dal Vescovo di Milito; e perseverante, e mantenitor delle brighe, desioso, che tutti fossero interdetti, e scomunicati come lui per sua discolpa appresso il Re, et pur ci era scomunicato il Principe dello Sciglio el governator del Pizzo, et altri baroni, et officiali".
Ci siamo già spiegati precedentemente sulla vera durata dell'assenza dalla Calabria, che altrove il Campanella affermò di dodici anni e qui afferma di dieci, ma che in realtà deve dirsi un po' meno di nove anni. Abbiamo pure detto che diverse deposizioni consegnate nel processo di eresia pe' fatti di Calabria attestano egualmente l'arrivo essere accaduto alla fine di luglio dell'anno 1598, e la prima fermata essere stata quella di Nicastro; ma dobbiamo aggiungere che in esse domina generalmente la credenza, che il Campanella fosse venuto in Calabria non appena liberato da' travagli patiti in Roma, e trovasi anche affermato che nel convento di Nicastro, essendo priore fra Dionisio, aveva stanza del pari il germano di lui fra Pietro Ponzio, ed inoltre fra Gio.
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