Non avea mancato nemmeno di continuare nelle appropriazioni indebite, fra le quali ve ne fu una di certi scritti di prediche e considerazioni sull'Apocalisse appartenenti a fra Dionisio, che tolse dalle valigie di costui venuto di passaggio a Briatico, e mandò poi a vendere per mezzo di fra Silvestro di Lauriana; e fra Dionisio ne menò grande scalpore e lo vituperò per tutta la provincia, ma essendo stato appunto in quel tempo carcerato fra Gio. Battista di Polistina, egli seppe destreggiarsi abilmente passando alla fazione di fra Dionisio ed acquetandolo. Con siffatta evoluzione fu mandato lettore nello studio generale di Cosenza (1597), di dove, l'anno seguente, venne chiamato come Teologo del Vescovo di Nicotera, con cui visitò tutto lo Stato del Duca di Nocera defunto, per soddisfare a' gravami patiti da' vassalli, essendosene il Duca fatto scrupolo nel suo testamento. Adempiuta questa commissione, era stato assegnato al convento di Nicastro, dove era giunto appena da due mesi e trovavasi afflitto da certi malanni per commerci impuri, che ne attestavano la cattiva condotta. Il suo fra Silvestro di Lauriana, rimasto ignorante ed affatto bestiale, l'aveva seguito in Nicastro e l'assisteva con ogni cura; ma aveva anche relazioni colpevoli con un nipote del Pizzoni, fra Fabio, laico o "terzino" come allora si chiamavano questi frati non sacerdoti, e fra Gio. Battista lo tollerava senza risentirsene; invece dovè risentirsene fra Dionisio per lo scandalo che n'era sorto, onde poco tempo dopo fra Gio.
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