Battista finì per abbandonare il convento di Nicastro. Il Campanella, verosimilmente ignaro di tutte queste lordure e del rimanente avvezzo a considerare i frati quali erano in realtà, vide in fra Gio. Battista un amico di vecchia data, divenuto anche abbastanza culto; e non gli negò la sua stima, ed ebbe pur troppo a pentirsene, essendogli riuscito un amico infedele. Si noti intanto la mancanza di morale e di carattere in questo fra Gio. Battista, che dovrà figurare di molto nella nostra narrazione, e però ci ha costretti ad una non breve esposizione della sua vita.
Ma non meno degno di essere rilevato è il grave turbamento in cui il Campanella trovò la città di Nicastro e tutta la Calabria, onde non potè non averne una profonda impressione. Si era da qualche tempo in un periodo acutissimo di lotte giurisdizionali, e quella di Nicastro fu una delle più gravi: l'argomento merita di essere ben ponderato, giacchè mentre da una parte il Campanella nella sua Narrazione dichiara mantenitore delle brighe qualche ufficiale Regio che ebbe a perseguitarlo, d'altra parte agli ufficiali Regii quel concorde sviluppo di esorbitanze Episcopali parve il principio di una vera e propria ribellione; e in ciò non solo il Carteggio del Nunzio Aldobrandini, ma anche l'Archivio di Napoli e perfino il Carteggio del Residente Veneto, ci offrono molte notizie e documenti. Limitandoci per ora alla sola quistione di Nicastro, ecco quanto possiamo dirne. Era Vescovo di Nicastro Pietro Francesco Montorio nobile Romano, altero, risentito, tutto imbevuto de' principii della supremazia ecclesiastica.
| |
Nicastro Campanella Gio Gio Campanella Nicastro Calabria Nicastro Campanella Narrazione Regio Regii Episcopali Carteggio Nunzio Aldobrandini Archivio Napoli Carteggio Residente Veneto Nicastro Vescovo Nicastro Pietro Francesco Montorio Romano Battista Battista
|