In Catanzaro si contrastavano da un pezzo l'amministrazione municipale da un lato i Morano e d'altro lato i Piterà aiutati dagli Spina, e questa lotta ebbe poi le sue conseguenze nello sviluppo de' fatti della congiura, come non a torto notò il Residente Veneto, sebbene vagamente, in una delle relazioni inviate al suo Governo(197). Gio. Geronimo Morano, che vedremo figurare nel modo più sinistro quando la congiura fu scoverta, avea goduto lungamente i beneficii dell'amministrazione municipale, traendone anche profitto col procedere nella qualità di Sindaco, per parte della città, all'acquisto di una casa appartenente a suo fratello Gio. Battista, destinata per residenza del tribunale della R.a Audienza; il Vicerè non mancò di chiederne spiegazioni, e furono fatti anche processi contro alcuni de' Morano ed alcuni de' Piterà, per ridurli più facilmente alla pace sotto cauzione, ma pur troppo senza successo; del resto non potremmo in poche parole esporre le violenze dell'uno e dell'altro gruppo di contendenti. Appunto nel 1598, l'elezione municipale in Catanzaro era stata impossibile per le difficoltà e nullità poste in campo da una delle fazioni, e dovè compiersi successivamente "col braccio" ossia coll'intervento della R.a Audienza, che incontrò pur essa talune difficoltà: per qualche tempo ancora le elezioni non poterono farsi altrimenti, e gli Spina finirono poi col venire a vie di fatto contro i Morano, e un Maurizio Spina assaltò i figli di Gio. Geronimo e ne ferì uno nel braccio(198). In Reggio il caso era anche più violento, ma per un fatto di onore passato tra due primarie famiglie, i Del Fosso e i Serio, postisi in armi coll'aiuto rispettivo dei Melissari e de' Monsolino, pe' quali parteggiarono ancora variamente taluni de' Filocamo, de' Laboccetta, de' Sagrignano, de' Baroni; da ciò il sorgere e persistere di una quantità di banditi, l'intimazione di una grossa sfida, l'uccisione di alcuni caporali incaricati della carcerazione de' più riottosi, l'assassinio di fra Paolo Monsolino cavaliere di Malta sugli scalini della Chiesa del Rosario, il rifugio dei Melissari colpevoli in questa Chiesa, la loro estrazione violenta da essa per parte degli ufficiali Regii, e i soliti interminabili conflitti di giurisdizione coll'Arcivescovo, onde l'Archivio di Stato e poi anche il Carteggio del Nunzio forniscono del pari notizie moltissime.
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