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      Infatti verso la fine del 1598 si verificò questo caso singolare, che l'Audienza non permise allo Xarava l'entrata nel tribunale ad esercitarvi il suo ufficio, adducendo che egli trovavasi scomunicato dal Vescovo di Mileto, la qual cosa era veramente accaduta già da qualche tempo: e il Vicerè non approvò la condotta dell'Audienza, ed ordinò di non fare allo Xarava un simile ostacolo, il quale si può comprendere solo ammettendo che l'Audienza avesse voluto tener lontano quell'uomo divenuto odioso per la sua prepotenza(213). Così la lotta tra' componenti la R.a Audienza mantenevasi tra lo Xarava da una parte e tutta l'Audienza dall'altra, e ad essa si appoggiavano anche le inimicizie delle due fazioni di Catanzaro, dopochè lo Xarava avea riveduto i conti dell'amministrazione municipale; nè riesce difficile intendere quanto in pari tempo l'andamento di tutta la provincia dovesse risentirsi di un simile stato di cose.
      Ci rimane a dire de' banditi e forgiudicati. Questa piaga già antica, non curata mai efficacemente in tutto il Regno e massime nella Calabria, presentava anch'essa una notevole recrudescenza, principalmente per gli scoppi de' conflitti derivanti dalle inimicizie private. Si era visto di molto peggio in passato, e si ricordava p. es. la desolazione della città di Terranova, che non si rialzò più mai dopo i conflitti de' banditi ingenerati dalle inimicizie de' Marini co' Geronimi. Consalvo Marino, forgiudicato, si era unito a Nino Martino de' Casali di Reggio (nome da doversi tener presente per intendere un certo punto della Dichiarazione del Campanella), e coll'adesione anche del nobile giovane Ferrante Ruffo aveva assoldato fino a 300 banditi a piede e a cavallo, aveva combattuto molto bene le milizie capitanate dal Conte di Nicastro, era una prima volta penetrato nella città con uno stratagemma, poi una seconda volta per sorpresa, mentre i cittadini riuniti in Chiesa festeggiavano il SS. Sacramento, e vi avea fatto uccidere barbaramente i suoi nemici; minacciò di volervi tornare ancora una terza volta, e il Governatore non seppe far di meglio che ordinare a tutti i cittadini di uscir fuori dalla città e da' casali in un giorno che fu la Domenica delle palme, e si sarebbe avuto questo spettacolo miserando, se nella notte precedente uno de' medesimi seguaci di Consalvo non l'avesse per carità di patria ucciso(214). Le inimicizie recavano sempre questa grave conseguenza, l'aumento de' banditi, ed essendo divenute così numerose nel tempo di cui trattiamo, i banditi erano numerosi egualmente, non a grosse compagnie ma disseminati dovunque; del resto e i conflitti giurisdizionali e le lotte tra' componenti la R.a Audienza, col rilassamento degli ordini pubblici che n'era la conseguenza inevitabile, facevano moltiplicare i delitti e con essi i fuorusciti, che poi divenivano banditi e fuorgiudicati; certo è che pure il Residente Veneto, con sua lettera del 9 giugno 1598, ebbe a partecipare al suo Governo questo aumento di fuorusciti, e da tale testimonianza le affermazioni del Campanella risultano indubitabilmente comprovate(215). La severità delle leggi, spinta troppo facilmente a certi estremi dagli ordini Vicereali, contribuiva essa pure all'aumento de' banditi.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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