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      Battista di Placanica, che vi rimase solo per tre mesi, dal febbraio all'aprile. Il Campanella si strinse specialmente a fra Pietro di Stilo sua vecchia conoscenza, e a fra Domenico di Stignano proveniente dal luogo in cui dimorava la propria famiglia. Fra Domenico era stato novizio in Lombardia ed avea dimorato in Milano, mentre eravi pure un Padre Gonsales, che incontreremo nel corso di questa narrazione: estremamente impressionabile, ed anche manesco, avea bastonato alcuni frati ed era stato punito per tale mancanza, ma non avea fatto parlare di sè per altre cose. Quantunque già sacerdote e predicatore da due anni, era tuttora "studente formale" com'egli medesimo dichiarò, e seguì un corso di filosofia che il Campanella si fece a dettare in Stilo: segnatamente per tale circostanza venne a trovarsi in una certa intimità col Campanella, e quindi lo vedremo compagno di fra Tommaso ne' suoi travagli, testimone importante ma non sempre fedele, massimamente per la sua grande impressionabilità, rovina della causa di fra Tommaso per vigliaccheria, come ebbe a dirlo fra Pietro di Stilo. Quanto a fra Pietro, l'abbiamo già veduto condiscepolo ed amico del Campanella fin dagli anni più teneri, e dobbiamo aggiungere che fu con lui in familiarità sino a che vestì l'abito di religioso; di poi non ebbe più occasione di vederlo, eccettochè per circa due mesi in Cosenza nel 1588. Avea poco progredito negli studii, ma erasi mantenuto ne' buoni costumi e si distingueva tanto per l'ottimo cuore, quanto per una grande prudenza e un senso pratico squisito, che lo faceva di rado fallire nella giusta estimazione degli uomini e delle cose.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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