Innanzi l'estremo anelito del mondo doveva godersi il secolo d'oro, ma occorreva far qualche cosa per conseguirlo; doveva godersi la santa repubblica antevista da' profeti, da' filosofi, da' savii d'ogni genere, ma occorreva pure arditamente conquistarla e difenderla. Di certo nell'ultimo periodo della sua dimora in Roma, e ne' sette mesi che passò in Napoli, egli ebbe a rivedere i tanti libri di profezia e di astrologia, che troviamo da lui citati ne' suoi Articoli profetali, e che gli sarebbe stato impossibile avere in Stilo. Così, oltre i libri de' Profeti e dell'Apocalisse, avea rovistato i detti di S.ta Brigida, S.ta Caterina, Dionisio Cartusiano, S. Serafino da Fermo, S. Vincenzo Ferrer, Abate Gioacchino, fra Girolamo Savonarola, tutti in somma quei pensieri di menti esaltate e però inferme, venerati e sostenuti con uno strano abuso di così dette figure, che darebbero argomento interessante per una storia, la quale narrasse almeno i principali tra gli enormi danni da essi recati. Aggiuntevi le considerazioni fatte da Lattanzio Firmiano, S. Ireneo, S. Giustino, S. Berardino, Clemente Alessandrino, Tertulliano, Vittorino, S. Sulpizio, Martino, Origene, ed inoltre i detti delle Sibille, dei Filosofi, de' Poeti, compresi Dante e Petrarca, avea trovato una colluvie di ragioni in sostegno della sua tesi, ragioni che sarebbe inutile ripetere ed è poi facile rilevare anche da que' ristretti Articoli profetali dati in sua difesa e riportati ne' nostri Documenti. D'altronde nella sua casa medesima seppe che la cugina Emilia, prima che egli tornasse in Calabria, era stata tenuta per morta durante tre giorni, e poi ripigliata la vita avea discorso delle cose e de' fatti di un altro secolo, con grande stupore de' teologi, diretta nelle sue visioni da un Cappuccino di Stilo che egli trovò già defunto; e chi sa quali visioni e presagi avea dati fuori questa cugina convulsionaria e catalettica intorno allo stesso Campanella, che ebbe a dichiararsene stupefatto(237)! In conclusione egli vide sempre più chiaro l'avvicinarsi della morte del mondo, e con essa la conversione delle nazioni, il secolo d'oro e la repubblica cristiana universale che dovea godersi prima della fine del nostro pianeta; vide inoltre che i frati di S. Domenico doveano predicare e preparare questa repubblica e questo secolo d'oro, nè riesce difficile intendere che in ciò doveva essere a lui riserbata la parte principale.
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