Tutto mena a far credere che le prediche siano state poche e poco esplicite, avendole principalmente destinate a far intendere che il mondo era sul punto di "andare sottosopra". Ad una di esse, verosimilmente alla 2a suddetta, fu presente l'Auditore Annibale David, venuto a Stilo per trattare la pace tra le famiglie de' Contestabili e de' Carnevali, e bisognerebbe non conoscere cosa fosse un Auditore, per ammettere che costui avrebbe potuto lasciar correre la predica laddove questa gli fosse parsa criminosa. Solamente, giusta una deposizione che può ritenersi attendibile, durante la predica egli avrebbe una volta esclamato, "oh s'io potessi dire a modo mio"! con che senza dubbio riusciva ad eccitare tanto maggiormente la curiosità di coloro i quali più s'interessavano per le cose nuove(245). Non fu dunque un predicatore entusiasta a modo p. es. di fra Girolamo Savonarola; fu invece un cauto e circospetto agitatore, il quale, senza creare propriamente un fermento, perocchè questo già esisteva dovunque ed era più vivo in Calabria, col suo prestigio non solo lo favorì, ma col minore strepito possibile lo diresse ad uno scopo patriottico anzi umanitario. Tutti gli dimandavano spiegazioni, massimamente i cittadini più animosi e avversi alla signoria spagnuola, i fuorusciti tanto più avversi al Governo per le loro speciali condizioni, i Signori e gli ufficiali stessi del Governo. Il
Capitano Francesco Plutino gli comunicò certe profezie di un Abate Idruntino divulgate in Napoli, le quali accennavano a mutazioni da dover accadere in Sicilia, in Toscana, in Calabria, e gli dimandò l'avviso suo sopra di esse: il Campanella, secondo ciò che scrisse nella sua Dichiarazione, gli avrebbe semplicemente risposto che potevano esser vere, perchè altri astrologi e savii predicevano lo stesso; pertanto un testimone non sospetto depose che il Capitano diceva con ammirazione, "voi vedrete quello che è il Campanella"(246). Infine lo stesso Governatore della Provincia D. Alonso De Roxas si diresse a lui "per lettera di curiosità" dimandandogli notizia delle mutazioni che tutti si aspettavano; e il Campanella lo compiacque, forse anche in tale occasione gli mandò il suo libro della Monarchia di Spagna già scritto pel Marthos e posto da banda senza avervi più pensato.
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