Gregorio Prestinace col quale confabulava in segreto spessissimo, egli due volte avea fatto conoscere come godendo l'influsso di sette pianeti ascendenti favorevoli si aspettava di essere Monarca del mondo; la quale proposizione, tenendo conto del linguaggio fratesco, potrebbe anche semplicemente significare che si aspettava di essere capo di uno Stato. Inoltre si era lasciato sfuggire di bocca certi principii meno ortodossi, che aveano scandalizzato qualcuno, ma non già tutta quella massa di principii eretici, veri e supposti, che emerse in sèguito e che si deve riferire ad un periodo posteriore. Difatti, fra Francesco Merlino, al quale non vi è ragione di negar fede, trovandosi priore in Placanica ed avendo scambiate varie visite col Campanella, poteva affermare solamente di avere udito dire da lui che nel mondo si vive a caso, aggiungendo che molte cose furono dette dopo la carcerazione senza sapersi come uscissero in campo. Fra Gio. Battista di Placanica, al quale si può del pari aggiustar fede, avendo dimorato nel convento di Stilo dal febbraio all'aprile dello stesso anno, poteva affermare qualche cosa di più, ma non altro che questo: che il Campanella parlava degli atti venerei in modo da far credere che non costituissero veramente peccato, dicendo essere ogni membro destinato a certe funzioni, e certi organi fatti appunto per gli atti venerei; che paragonava la legge de' Turchi con quella de' Cristiani e la lodava in certe cerimonie; che giudicava inutili tanti Ordini religiosi, ritenendoli baie fatte per tener quieti i popoli; che non credeva poter le Messe giovare alle anime de' defunti quando il celebrante fosse in istato di peccato mortale; che discorrendo una volta dell'inferno con alcuni suoi discepoli avea detto "che inferno, che inferno!
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