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      In sostanza, sia pure che Maurizio abbia rivolto al Campanella le solite dimande sulle mutazioni e su ciò che vi era da fare, il Campanella, in presenza di fra Dionisio e del Prestinace, lodò che egli stesse in arme e l'eccitò ad avere molti compagni, poichè in tal guisa sarebbe divenuto grande, adducendo gli esempi del Caldora, del Piccinino, del Fortebracci; stigmatizzò con argomenti tratti dalla Bibbia la nuova numerazione fatta dal Governo (la numerazione de' fuochi fatta nel 1596, rifatta nel 1598, contro la quale Maurizio non era in grado di conoscere gli argomenti Biblici); infine gli disse di voler fondare la repubblica, dandogli animo a concorrervi con amici, ed egli si offrì. Solamente obbiettò che senza danari non si potea far nulla, ma il Campanella gli rispose che li avrebbe presi Marcantonio Contestabile dal Castello di Arena; e gli fece anche intendere che ne avea parlato ad uomini principali, tra gli altri a D. Lelio Orsini, il quale dovea venire a governare lo Stato di Bisignano e avrebbe aiutato l'impresa (supposizione del Campanella, se non artificio). Dichiarò inoltre Maurizio che non sarebbe intervenuto nè avrebbe condotto gente, se non avesse vista già cominciata la guerra (la guerra da cui avrebbero dovuto scaturire le mutazioni di Stato); e il Campanella gli disse che avrebbe cominciato dal far ribellare Catanzaro, e si convenne che fra Dionisio, presente al colloquio, sarebbe andato a trovar gente in Catanzaro per fare la ribellione, onde egli vi acconsentì. Poi un giorno, essendosi visti alcuni legni turchi, fra Dionisio e il Campanella dissero voler andare a trattare di quel negozio, facendo intendere a Maurizio che bisognava cercare l'aiuto e il favore de' turchi, e fra Dionisio, in compagnia del Petrolo ovvero senza tale compagnia, mostrò di scendere alla marina per andarvi, sotto pretesto che dovea riscattare un suo fratello preso da loro; ond'egli più tardi, all'occasione della comparsa di Amurat Rays in quelle marine, si decise ad andare lui stesso a trattare, senza esservi stato propriamente mandato dal Campanella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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