Certo č che fu questa la prima volta in cui Felice Gagliardo venne a contatto col Campanella e con fra Dionisio, e per pochi istanti. Certo č del pari che Cesare, infatuato pe' discorsi precedentemente avuti con fra Dionisio e con gli altri frati, si fece a catechizzare Felice Gagliardo, il quale non avea veramente molto bisogno di essere catechizzato, e cosģ pure gli altri che stavano o vennero successivamente nello stesso carcere per imputazioni diverse, durante i tre mesi e pił che lą fu rinchiuso. Con l'eccitamento del neofito e con la storditaggine che gli era propria, cominciņ fin dalla prima sera a trattenersi con Felice Gagliardo su' noti argomenti, esagerando quanto aveva imparato ed aggiungendovi del suo. Non esisteva Trinitą, l'ostia non conteneva Cristo (dimostrandolo col solito fatto osceno, che attribuiva a sč medesimo per vanteria ed anche al Bitonto), Cristo era un povero pezzente sporco "zazzaruso", che si scelse per compagni dodici altri pezzenti ed era in relazioni pessime con Giovanni; de' miracoli di Cristo non si dovea creder nulla perchč riferiti da' suoi parenti ed amici; Lazzaro era risorto per via di erbe, e Maria era una schiava nera d'Egitto concubina di Giuseppe, e perņ nell'Officio si diceva "nigra sum"; nel morire le anime si convertivano in ombre fugaci e spiriti aerei e i corpi in pietre, non c'era inferno nč paradiso nč diavoli, cose inventate "ad terrorem", le vigilie co' digiuni erano state inventate per far morir presto, e poi le solite storie della mala vita de' Papi e dei Cardinali, de' conventi etc.
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