Fra Gio. Battista di Pizzoni ve l'accompagnò, e così pure fra Dionisio, unitamente a Marcantonio Contestabile, Gio. Tommaso Caccìa e un altro fuoruscito, con molta probabilità Giovanni Morabito, che per essere di Filogasi conoscevasi col nome di Giovanni di Filogasi: vedremo infatti più tardi distintamente nominato questo Giovanni di Filogasi come uno della compagnia(277). Fece inoltre egualmente parte della compagnia questa volta il fratello del Campanella Gio. Pietro, armato anch'egli, come i fuorusciti predetti, di fucile e pistola (scoppetta e scoppettuolo, quest'ultimo noverato tra le armi proibite). Il Campanella fu alloggiato presso il Marchese in castello, nell'altura di Arena; tutti gli altri si rimasero nella terra, certamente in compagnia di Gio. Francesco d'Alessandria che soleva stare in Arena. Ma l'indomani fra Gio. Battista di Pizzoni e fra Dionisio se n'andarono alla volta di Soriano presso Giulio Soldaniero; ed ecco due uomini, già inimicissimi, in sèguito ravvicinati, ora stretti al punto da compiere insieme una missione molto delicata: volle poi fra Dionisio addurre l'antica inimicizia per mostrare che la cosa non fosse stata possibile, ma risulta da fonti numerosi e indubitabili che egli andò veramente presso il Soldaniero insieme con fra Gio. Battista, e la sua negativa medesima mostra che quest'andata aveva uno scopo compromettente.
La missione presso Giulio Soldaniero, eseguita senza dubbio con l'intesa del Campanella ne' primi giorni della sua dimora in Arena, per la grande importanza che ebbe in sèguito merita di essere conosciuta ne' suoi più minuti particolari.
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