Fra Dionisio seguì il suo solito metodo di catechizzare, accennando le profezie, magnificando la persona del Campanella, esponendo i disegni della ribellione, ma sviluppando al tempo medesimo principii irreligiosi: senza dubbio si può e si deve usare molta riserva intorno alla misura di siffatti colloquii, avendo di poi influito le più infami circostanze ad estenderla oltre ogni limite come a suo tempo vedremo; ma intorno alla natura loro non può muoversi dubbio veruno, essendo una ripetizione di discorsi analoghi tenuti già in analoghe occasioni. Fra le varie rivelazioni discordi e bugiarde, abbiamo quelle del Priore e del Lettore di Soriano (fra Giuseppe d'Amico e fra Vincenzo di Lungro) che per verità non possono menomamente ritenersi disinteressate, ma ad ogni modo sono più serie di quelle del Soldaniero e compagno, ed ecco ciò che risulta da esse. Fra Dionisio avrebbe parlato della ribellione contro il Re, dicendo pure che molti Signori erano dalla parte de' congiurati; avrebbe inoltre esternato principii irreligiosi dando un pugno ad un crocifisso dipinto nel dormitorio e dicendo che non bisognava credergli, affermando che i Sacramenti erano stati istituiti per ragione di Stato, che non si dovea credere ad un poco di farina mista coll'acqua e poi cotta, che taluno (anzi egli stesso) avea fatto dell'ostia quell'uso osceno tante volte accennato, che i miracoli erano baie, ed il Campanella potea farli e li avrebbe fatti al tempo della ribellione. Queste cose il Soldaniero comunicò al Priore ed al Lettore di Soriano vari giorni dopo che fra Dionisio era partito dal convento, ed anzi al Priore comunicò dapprima le sole cose concernenti la ribellione e molto più tardi, in agosto, comunicò pure le cose di eresia.
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