Nè attribuì mai a fra Gio. Battista, in quel tempo, l'aver detta alcuna cosa di eresia, comunque avesse affermato che più volte egli era stato da lui tentato per la ribellione; del rimanente disse al Lettore che il Campanella, fra Dionisio, fra Gio. Battista, fra Silvestro di Lauriana, fra Pietro di Stilo e fra Domenico di Stignano "erano tutta una cosa insieme"; così per la prima volta troviamo fatta menzione di questo gruppo, che con fra Giuseppe Bitonto, fra Giuseppe Jatrino
li e fra Paolo della Gretteria rappresentò tutto il gruppo de' frati promotori della ribellione(278). Non ci fermiamo sopra altre circostanze della ribellione e dell'eresia, che il Soldaniero manifestò più tardi, quando tradì nel modo più atroce i congiurati, e che per tale motivo non possono tutte accogliersi alla leggiera; probabilmente fra Dionisio disse molto più di quanto il Soldaniero comunicò al Priore ed al Lettore, ma ciò che ci risulta dalle rivelazioni di costoro basta per fare intendere, che sollecitato dal Pizzoni, persuaso da fra Dionisio, sotto gli auspicii del Campanella, il Soldaniero col suo Valerio Bruno per lo meno era in via di entrare a far parte della congiura. Dobbiamo poi notare un'altra circostanza importantissima, che fu rivelata dal medesimo Priore fra Giuseppe d'Amico. Un giorno, nell'agosto, gli fu mostrata dal Soldaniero una lettera scritta e sottoscritta dal Campanella, il cui carattere egli conosceva molto bene, e nella fine di essa si leggeva il seguente brano, "di quel tanto che vi ha ragionato il Padre lettore fra Dionisio, del tutto mi rimetto al mio locotenente fra Gio.
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