Intanto fra Dionisio se n'era in tutta fretta andato a Nicastro, per passare immediatamente a Taverna, dove era stato assegnato come lettore fin dal maggio senza aver mai curato di recarvisi, e quindi, messa in regola la sua posizione, ripigliare le sue escursioni per raccogliere amici, segnatamente in Catanzaro, dove era convenuto che avesse a spiegare la sua azione. Il Campanella poi, non appena potè lasciare il Marchese, se ne andò a Pizzoni, per infervorare gli amici già raccolti ed assicurarsi anche di Giulio Soldaniero, il quale avrebbe dovuto egualmente là convenire. Dobbiamo del resto rammentare che, oltre la sollecitazione di Maurizio, raddoppiò il fervore del Campanella la comparsa di quella tale cometa marziale e mercuriale, che appunto in luglio fu vista correre presso la terra da ponente a levante, e che egli interpretò per la venuta di gente dal di fuori contro i Reggitori della Provincia.
Erano già quindici giorni da che il Campanella si trovava in Arena, e di là potè finalmente recarsi in Pizzoni. Secondo fra Gio. Battista ciò accadde il 25 luglio; ma dovrebb'essere accaduto non così tardi, avendo lo stesso fra Gio. Battista dichiarato che due giorni prima fra Dionisio, di passaggio per Pizzoni, si era trattenuto un poco con lui, e sappiamo di certo per un documento inserto nel processo, che fra Dionisio il giorno 21 era già in Nicastro. O dunque il Campanella partì prima del 25, o fra Dionisio non si fermò punto in Pizzoni: questa seconda ipotesi è più probabile, giacchè da una parte fra Dionisio avea molta fretta, e d'altra parte fra Gio.
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