Tommaso di Franza e Gio. Paolo di Cordova, il quale ultimo eragli anche parente per parte di madre(285); e li chiamò scrivendogli di venire "sotto colore che voleano trattare la natività loro", ciò che implicherebbe avergli accennato di dover trattare col Campanella, il quale veramente s'intendeva di oroscopi e di natività, ed essi non mancarono di venire, accompagnati da un Orazio Rania. Questo accadde nella prima settimana di agosto, conoscendosi con sicurezza che l'8 o il 9 di agosto il Campanella si trovava tuttora in Davoli, nel convento degli Agostiniani detto di S.a M.a del Trono: oggi ancora sono visibili i ruderi di questo convento e della sua Chiesa, sopra un colle a meno di un miglio dall'abitato; ed una statua di S.a Anna con la data appunto del 1599, ritirata dagli avanzi della Chiesa, è il più vivo ricordo del luogo e del tempo in cui avvenne una delle scene più memorabili della congiura. Al momento dell'arrivo di que' di Catanzaro fra Tommaso già vi era, e come abbiamo visto sopra, in compagnia di fra Domenico Petrolo e di Fabrizio Campanella; ma non risulta che costoro fossero presenti al colloquio, ed anzi lo stesso Maurizio si tenne in disparte dopochè fu esaurita l'esposizione delle solite cose generali de' prossimi mutamenti e del dovere star pronti; ciò si rileva dalla confessione sua, dalle deposizioni di Gio. Paolo e Gio. Tommaso ed anche dalla Difesa del Campanella, il quale si servì di questo fatto come di un argomento per sostenere che non vi era stato convegno.
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