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      Intanto il Polistina montato a cavallo se ne partì in fretta, dirigendosi pel castagneto che era presso il convento: ma "caminato 10 o 12 passi, il garzone o sia vetturino gli disse, se andate per questa via voi sete morto, perchè mentre ragionavi con il Campanella in Chiesa, li foresciti che erano alla porta hanno determinato di ammazzarvi mentre che passaremo nelle castagne, et così pigliò altra strada et andò a Suriano, dove trovò il Soldaniero nel convento, al quale raccontò il caso"(286). È possibile che i seguaci di Maurizio, p. es. il Tirotta, Gio. Battista Vitale che sappiamo essere sempre stato anche lui in Davoli, forse pure qualche altro, consapevoli delle amicizie del Polistina e penetrati della poca opportunità della sua presenza in quel luogo, avessero borbottato propositi minacciosi verso di lui; è possibile pure che al vetturino non fosse tornata molto comoda la risoluzione di battere la via del castagneto, e avesse cercato di farla cambiare mettendo paura al Polistina: certo è che il Polistina si diresse ad un luogo e ad un uomo che facevano appunto per lui, avendo dovuto forse già conoscere dal Priore di Soriano suo amico le cose passate tra Dionisio e il Soldaniero, ed avendo dovuto sembrargli giunto oramai il momento di farla finita, poichè non v'era più da andare fiutando e si avea del resto già tanto in mano da poter perdere Dionisio e il Campanella. Egli si presentò al Soldaniero come uomo agitato ed afflitto per la paura avuta, e il Soldaniero, che avea conosciuto pure fra Gio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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