Difatti D. Lelio Orsini, benchè avesse con la sua andata a Madrid ottenuta una risoluzione favorevole intorno all'ufficio di curatore ed amministratore de' beni di Bisignano assegnatogli dal R.° Consiglio, aspettava ancora il placet Regio, e l'aspettò poi un bel pezzo, come si rileva da una sua lettera che abbiamo rinvenuta nell'Archivio Mediceo: curatore di Bisignano, dopo la carcerazione del Duca di Vietri, era stato nominato Gio. Serio di Somma, il quale già trovavasi in Calabria anche con commissione contro i fuorusciti. Il Principe di Bisignano poteva ritornare in Napoli sicuro di non esservi ulteriormente carcerato, poichè sin dal gennaio 1599 S. M.ta aveva dato quest'ordine, ma tutte le sue pratiche dopo la fuga da Napoli mostravano in lui ben altra intenzione che quella di ribellarsi; difatti, dietro accordi col Duca di Sessa Ambasciatore spagnuolo a Roma, il 13 agosto 1599 tornò nel Regno, ed in ottima intelligenza col Vicerè andò ad abitare il suo palazzo a Chiaia. Il Duca di Vietri non poteva esser liberato prima che fosse compiuta la sua causa, la quale era appena cominciata; inutilmente, ad occasione dell'entrata in Napoli del Vicerè Conte di Lemos, innanzi al suo palazzo al largo di S. Domenico per tre giorni si era fatta gran festa con una spettacolosa illuminazione, e due fontane di vino aveano per tre ore ogni giorno rallegrato il popolino a sue spese; la durata della causa si protrasse sino al febbraio del 1600, e non prima di tale data potè uscire di carcere.
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