Ed essi fruttarono molto bene, giacchè fu raggranellato in Catanzaro un numero di congiurati non indifferente, massime se si considera il breve tempo impiegatovi, come ne' processi avremo occasione di vedere. In conclusione dunque l'aver fatto figurare nella congiura alti personaggi fu un tardo e industrioso ripiego di fra Dionisio: vedremo poi che nella sua confessione in tormentis il Campanella rivelò di aver detto, che dovendovi essere unum ovile et unus pastor, egli ed altri avrebbero "predicato in favore di questa repubblica profetizata in favore del Papa, et che il Papa li avrebbe esaltati perchè si voleano pigliare alcuna parte della Provintia"; ma evidentemente fu questo anche da parte sua un tardo ed industrioso ripiego, che pur troppo riuscì ad aggravare la posizione sua, mentre nè il Papa poteva proteggerlo come egli sperava, nè il Governo poteva udire il nome del Papa senza un aggravamento de' suoi sospetti. Ma se non si ebbe una congiura tanto grossa, se n'ebbe tuttavia una abbastanza seria; nè deve sfuggire, che pur quando si fecero figurare gli alti personaggi, il Campanella non fu lasciato nell'ombra, ma invece fu sempre tenuto nel posto principale. Vedremo che coloro i quali rivelarono la congiura al Governo, non posero a capo di essa altri che lui, con la grande scienza, con l'assistenza del diavolo, con l'intesa de' Nobili, de' Vescovi, del Papa e del Turco, con le armi del gran numero de' congiurati specialmente fuorusciti, e con la lingua de' molti predicatori di varii ordini monastici; nè soltanto per queste rivelazioni, ma in verità per tutto ciò che sappiamo del modo in cui la congiura si svolse, è chiarissimo che il Campanella non vi prese una parte indiretta con le sue profezie, bensì una parte direttissima con pratiche e maneggi d'ogni sorta.
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