Non si potrebbe p. es. non vedere in Maurizio un tipo di uomo animato dal più puro sentimento di patriottismo e di libertà: egli nobile, egli ricco di largo censo e di amata famiglia, avea troppo da perdere nella futura repubblica comunista, e tuttavia non si curò di sapere qual parte avrebbe rappresentato in essa; compreso unicamente dal pensiero di sottrarre a Spagna e restituire a libertà la sua provincia nativa, si limitò a discutere e trovare i mezzi pel successo dell'insurrezione, accettando volenteroso la dittatura del Campanella sotto il fascino dell'energia intelligente di lui, soggiogato dalla potenza di quell'intelletto audacissimo, come ebbe poi a confessare nel modo più ingenuo. Lo stesso fra Dionisio Ponzio non si potrebbe non dire un tipo di cospiratore de' più distinti: è lecito credere che la sua vanità e il suo spirito vendicativo abbiano influito molto a farlo dedicare febbrilmente al trionfo della futura repubblica, nella quale d'altronde la sua cultura gli avrebbe fatto acquistare uno de' maggiori ufficii; ma non rifuggì dal prendere nella congiura il posto più pericoloso, agendo fin sotto gli occhi degli ufficiali Regii nella capitale della provincia, e seppe di poi, ne' giorni tristi, comportarsi indubitatamente meglio di tutti gli altri suoi compagni promotori della ribellione, meglio del Campanella medesimo, come vedremo a suo tempo. Nessuno vorrà credere che fra Dionisio si fosse spinto tanto innanzi, solamente per uscire in campagna ad oggetto di uccidere il Polistina, e che Maurizio avesse aderito a fra Dionisio, solamente per secondarne tale proponimento: per lo meno non era necessario mettere Catanzaro in moto e andare incontro a così enorme responsabilità per uno scopo così meschino, e se il Campanella, ne' giorni tristi, potè dir questa con tante altre cose, bisogna pure penetrarsi della sua posizione, che l'obbligava a parlare in tal guisa.
| |
Maurizio Spagna Campanella Dionisio Ponzio Regii Campanella Dionisio Polistina Maurizio Dionisio Catanzaro Campanella
|