I documenti abbondano intorno a costui, poichè egli era veramente un personaggio reputato oltre ogni dire, con uno stato di servizio ragguardevolissimo; e senza ricercare le carte polverose degli Archivii, ogni napoletano, che s'interessa un poco almeno allo svolgimento delle arti belle nella sua città, ha potuto vederne le nobili sembianze in una statua armata e ritta, messa tra due brutte statue sedenti di Ercole e Pallade, e leggerne le molte azioni ricordate dall'epigrafe apposta al suo mausoleo, entro la chiesa di S. Domenico nella Cappella di S. Stefano, la 2.a a destra dell'altare maggiore(321). Appartenente alla linea degli Spinelli Baroni di S. Giorgio la montagna e Buonalbergo, nella provincia di Principato ultra, primogenito di Pirro Giovanni Spinelli e di Lucrezia Caracciolo, non avendo avuto figli con Maria Spinelli de' Principi di Tarsia, gli fu successore il fratello Gio. Battista, che dopo la morte di lui fu creato Principe di S. Giorgio. Come tutti i Nobili napoletani di alta carriera, indossò la toga e cinse la spada: fu Reggente della Vicaria sotto il Duca d'Ossuna, a' tempi del tumulto contro l'Eletto Starace (1585), ed in tale occasione si distinse molto, secondochè rilevasi da' documenti trovati in Simancas, mentre il Parrino non ne dice nulla: ma già avanti questo tempo si era distinto presso D. Giovanni D'Austria, dapprima in Granata contro i Mori ribelli, poi alle isole Echinadi e in Tunisi contro i turchi, quindi nella Francia e nel Belgio per tre anni, in sèguito da Commissario in Calabria contro i fuorusciti durante il Vicereato del Marchese di Mondejar, poi come colonnello a capo di 4000 fanti, insieme con Fra Vincenzo Carafa Prior d'Ungheria, nella presa del Regno di Portogallo (1580), poi nel governo della Germania inferiore sotto il Duca di Parma e Piacenza, trovandosi all'espugnazione di Bonn, di Vachtendonq etc. etc.
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